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giovedì 30 luglio 2015

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO, L’APPELLO DI 190 SCIENZIATI ALL’ONU

Nel testo si richiede l’adozione di linee guida più rigide sull’esposizione ai campi elettromagnetici, incoraggiando misure precauzionali, ed educando il pubblico riguardo ai rischi per la salute, in particolare dei bambini e delle donne incinte. L’analisi della Dottoressa Fiorella Belpoggi, Direttore Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna, tra i firmatari dell’appello.


Numerose pubblicazioni scientifiche recenti hanno dimostrato che i campi elettromagnetici non ionizzanti (EMF) influiscono sugli organismi viventi a livelli ben inferiori a molte linee guida sia nazionali che internazionali. Gli EMF includono le apparecchiature che emettono radiazione a radiofrequenza (RFR), quali i cellulari, i telefoni cordless e le loro stazioni base, il wi-fi, le antenne di trasmissione, gli smart-meter e i monitor per neonati, oltre alle apparecchiature elettriche e alle infrastrutture utilizzate nel trasporto e consegna di elettricità che generano un campo elettromagnetico a frequenza estremamente bassa (ELF EMF).
Gli effetti aumentano il rischio di tumori, lo stress cellulare, i radicali liberi dannosi, e apportano modifiche strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, deficit di apprendimento e di memoria, disturbi neurologici, e impatti negativi sul generale benessere degli esseri umani. I danni non riguardano solamente la specie umana, ma anche quella animale e vegetale. Per questi motivi, 190 scienziati di 39 Paesi hanno inoltrato un appello all’Onu, fatto di 9 punti (leggi in basso), destinatari Ban Ki-moon, Segretario Generale, Margaret Chan, Direttore Generale, e tutti gli Stati membri, “per incoraggiare l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ad esercitare una forte leadership nella promozione dello sviluppo di linee guida più protettive nei confronti degli EMF, incoraggiando misure precauzionali, ed educando il pubblico riguardo ai rischi per la salute, in particolare per lo sviluppo dei bambini e del feto”.
«Siamo seriamente preoccupati riguardo all’esposizione ubiquitaria e agli effetti, spesso negati o sottovalutati, dei campi elettromagnetici», spiega la Dottoressa Fiorella Belpoggi, Direttore Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna, tra i firmatari dell’appello. In esso, infatti, si sottolinea che l’OMS viene a mancare all’adempimento del suo ruolo quale preminente ente internazionale di salute pubblica. Ragion per cui le linee guida per gli EMF sono al momento inadeguate.
Ma facciamo un passo indietro.
Nel 1998 la Commissione Internazionale sulla Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP) stabilì le “Linee guida per limitare l’esposizione ai campi elettromagnetici, magnetici, elettrici variabili nel tempo (fino a 300 GHZ)”. Linee guida che furono accettate dall’OMS e da molti Paesi in tutto il mondo. Undici anni dopo, nel 2009, l’ICNIRP rilasciò una dichiarazione, che riaffermava le proprie linee guida del 1998, perché secondo la loro opinione, la letteratura scientifica pubblicata fino ad allora “non aveva fornito prova di alcun effetto negativo al di sotto dei limiti stabiliti e non si rendeva necessaria una revisione immediata della sua guida per la limitazione dell'esposizione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza”. Inoltre, l’OMS adottò la classificazione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) del campo elettromagnetico a frequenza estremamente bassa (ELF EMF) e della radiazione a radiofrequenza (RFR), rispettivamente nel 2002 e nel 2011. Questa classificazione dichiara che l’EMF è un possibile cancerogeno umano. Nonostante entrambe le scoperte dello IARC, l’OMS continua a sostenere che non vi sono prove sufficienti per giustificare l'abbassamento di tali limiti quantitativi di esposizione.
Nell'appello si parla anche di "polemica circa un fondamento logico per fissare norme per evitare gli effetti negativi per la salute, raccomandandosi che il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) convochi e finanzi un comitato multidisciplinare indipendente che esplori i pro e i contro di pratiche alternative a quelle correnti che possano abbassare sostanzialmente l’esposizione umana alle RF e ai campi ELF”. A cosa si riferisce? «La stessa Legge 81/2008 - afferma la Belpoggi - ha in realtà fissato limiti inferiori in Italia a quelli suggeriti dalla Commissione Internazionale sulla Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP) e attualmente in vigore in molti altri paesi europei. La polemica nasce dalla mancanza di solide basi scientifiche per i limiti fissati dall’ICNIRP, per questo il legislatore italiano ha ritenuto di fissare limiti inferiori per maggiore precauzione».
Nell'elenco dei 9 punti, ce ne sono molti che si basano su una questione culturale, intesa come buon senso, volontà politica, educazione, formazione da parte dei "poteri forti", affinché il cittadino possa essere consapevole dei rischi che corre quotidianamente: «Il sonno della ragione genera mostri - conclude Fiorella Belpoggi - Non c’è niente di più pericoloso di una società che recepisce passivamente quanto le viene imposto, che spegne la ragione per gettarsi nelle mani del progresso. Solo se i cittadini chiedono, gli sarà (spesso dopo molto tempo) risposto. Gli oltre 25.000 soci che sostengono l’Istituto Ramazzini hanno ad esempio ritenuto importante finanziare i nostri studi sui campi elettromagnetici. Non tutti dormono».
Ricordiamo che i 190 scienziati hanno firmato come individui. Questo significa che la loro posizione non necessariamente rappresenta la visione dei loro datori di lavoro.

I 9 punti dell’appello:
1. Vengano protetti i bambini e le donne incinta;
2. Si rinforzino le linee guida e gli standard regolamentari;
3. I produttori vengano incoraggiati a sviluppare tecnologia più sicura;
4. I servizi di utilità pubblica (società dell’energia elettrica, telefonia, etc.) responsabili della produzione, trasmissione, distribuzione, e monitoraggio del mantenimento dell’elettricità, mantengano di un’adeguata qualità della corrente elettrica e assicurino cavi elettrici appropriati per minimizzare i danni prodotti dalla corrente a terra;
5. Il pubblico venga pienamente informato riguardo ai rischi potenziali per la salute derivanti dall’energia elettromagnetica e vengano loro insegnate le strategie per la riduzione del danno;
6. Ai professionisti del campo medico si provveda un’educazione adeguata riguardo agli effetti biologici dell’energia elettromagnetica e sia provvista una formazione al trattamento di pazienti che soffrono di elettrosensibilità;
7. I governi finanzino formazione e ricerca sui campi elettromagnetici e la salute che sia indipendente dall’industria e impongano la cooperazione tra industria e ricercatori;
8. I mass media rivelino i rapporti tra gli esperti della finanza con l’industria quando citano le loro opinioni riguardo gli aspetti sulla salute e la sicurezza delle tecnologie di emissione di EMF; e
9. Vengano stabilite delle zone-bianche (aree libere da radiazioni).


martedì 28 luglio 2015

FRIULI, BOCCIATO MEGATRALICCIO SULL’ISONZO. ‘IL MINISTERO NON FACCIA INTERESSI DIVERSI’

L'impianto doveva attraversare la piana da Udine a Redipuglia per 39 km con una doppia linea di tralicci da 61 metri. Comuni e associazioni sono contrari, la Regione sta alla finestra. Dal Tar si arriva al Consiglio di Stato che boccia definitivamente il tracciato che il Mibac ha avvallato, sulla base di valutazioni produttive che "esulano dalle sue attribuzioni"


Quel megatraliccio non attraverserà l’Isonzo. Non ferirà un luogo simbolo della storia italiana sconvolgendo il paesaggio e l’ambiente. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con una sentenza depositata ieri (scarica) che ha definitivamente bocciato la Valutazione di impatto ambientale dell’elettrodotto di Terna che doveva fendere la piana del Friuli tra Udine e Redipuglia, lungo un tracciato di 39 km. Si erano opposti sette comuni, diverse associazioni, imprese agricole e linee di aviazione. L’impatto ci sarebbe stato eccome, visto che si tratta della più grande tipologia di elettrodotti, sorretta da tralicci alti 61 metri ad altissima tensione (380kw).

Terna è in fibrillazione, soddisfatti i comuni. Non parla la Regione che aveva tenuto un atteggiamento ambiguo, tanto che non si era voluta costituire in giudizio né in sede di Tar (2009), dove Terna l’aveva spuntata tre volte, né nel avanti il Cds dove il colosso energetico ha perso la sua battaglia. La sentenza è bella da leggere perché afferma una serie di principi importanti in materia di tutela del paesaggio. Su tutti, dove dovrebbe stare l’istituzione quando si contrappongono interessi diversi.
Nel caso specifico che il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali non poteva fare valutazioni comparative con altri interessi, doveva occuparsi della tutela del paesaggio. Punto. In sede di valutazione, infatti, la locale Soprintendenza già nel 2004 aveva dato un giudizio tecnico sfavorevole, ravvisando nel progetto un impatto potenzialmente devastante per l’ambiente e il paesaggio: dal “depauperamento della scenografia di tratti fluviali” all’esbosco di specie arboree di alto valore naturalistico ed ecologico. Avanza allora la proposta di interramento della linea nelle zone sottoposte a tutela paesaggistica. Ma non è solo Terna a dire di no, è il ministero da cui quella soprintendenza dipende: a distanza di sette anni, infatti, proprio il Ministero dei Beni Culturali cambia idea e si esprime favorevolmente al tracciato.

Illogico e quindi illegittimo, hanno stabilito ora i giudici, che il Ministero che ha bocciato quel tracciato lo potesse poi promuovere in virtù di considerazioni diverse, attinenti alla sfera produttiva. In soldoni, è vero che l’opera da 110 milioni di euro può garantire l’approvvigionamento alle acciaierie di Udine, ma questo non solleva il ministero dal fare il suo lavoro. “Nell’esercizio della funzione di tutela spettante al MIBAC – si legge nella sentenza – l’interesse che va preso in considerazione è solo quello circa la tutela paesaggistica, il quale non può essere aprioristicamente sacrificato dal MIBAC stesso, nella formulazione del suo parere, in considerazione di altri interessi pubblici la cui cura esula dalle sue attribuzioni”. E in una stagione dove non si capisce più chi fa l’interesse pubblico quando si parla di ambiente, pare un buon principio.


giovedì 23 luglio 2015

VIDEO SULLE MUTAZIONI DEGLI ORTAGGI ESPOSTI AD ALTE FREQUENZE ( ANTENNE RADIO BASE )


A Gaeta, in Provincia di Latina, due agricoltori notano strane mutazioni nei prodotti della loro terra, che coltivano da generazioni.
Lo strano fenomeno segue di poco l'installazione, nelle vicinanze, di alcune antenne per la telefonia mobile. Il reportage di TMO, a cura di Luigi Oliviero, mostra gli esiti sugli ortaggi di questo "strano" e imprevisto fenomeno.

mercoledì 22 luglio 2015

IN ALTO ADIGE UNA SCUOLA AZZERA L'ELETTROSMOG

Che effetto ha l’elettrosmog sugli esseri viventi? Un esperimento nella scuola di Merano ha portato ad abolire le fonti di inquinamento elettromagnetico
Ridurre l’elettrosmog tra i banchi di scuola. È la missione intrapresa dai ragazzi della quarta elementare nelle scuole De Amicis e Maia Alta di Merano, in provincia di Bolzano. Dopo aver partecipato alle lezioni in cui è stato invitato un consulente del Centro tutela consumatori, gli alunni hanno dato vita ad una iniziativa. L’intenzione era toccare con mano l’inquinamento elettromagnetico, per comprenderne le ricadute sulla natura e gli esseri viventi. Così, le classi quarte hanno condotto un esperimento sui vegetali: alcune vaschette, contenenti piantine di crescione, sono state coltivate in due punti distinti. Il primo ambiente era caratterizzato da un alto livello di elettrosmog, il secondo no. Si tratta di una metodologia di ricerca chiamata “esperimento caso-controllo”: un gruppo di soggetti con le stesse caratteristiche di partenza, in questo caso le piante, viene diviso in due. Uno soltanto viene sottoposto ad una specifica variazione del contesto, per scoprire se essa influisce e in che modo sul risultato finale.
In Alto Adige una scuola azzera l'elettrosmog«Il confronto tra il crescione irradiato e quello coltivato in ambiente meno esposto non ha lasciato dubbi – racconta il quotidiano on line Alto Adige – Le piantine irradiate sono risultate ingiallite e meno rigogliose rispetto a quelle collocate in ambiente meno esposto, pur curate e annaffiate nel medesimo modo».
La classe, poi, munita di strumenti appositi, ha mappato tutto l’edificio, scoprendo che era pervaso da segnali elettromagnetici fino ad un livello massimo di 3.000 microwatt per metro quadro. Hanno saputo dalla preside che servivano all’organizzazione della comunicazione con il personale non docente, per gestire la presenza dei ragazzi nella mensa o rispondere alle varie necessità logistiche all’interno della scuola.
Il plesso è completamente cablato, dunque non serve ad ogni costo un sistema di comunicazione senza fili. Così, è stata inoltrata una richiesta al Comune di Merano per ottenere la disattivazione dei ripetitori distribuiti all’interno della scuola. Il personale ha abbandonato i cordless e ricominciato ad utilizzare i normali telefoni interni. Una volte ripetute le misurazioni, sono stati ottenuti risultati sorprendenti: da 3 mila microwatt si era scesi ad appena 5. Il mentre il governo italiano cerca di alzare le soglie per facilitare la comunicazione 4G e promuove il Wi-Fi nelle scuole, nonostante una lettera firmata da 70 scienziati che chiede di evitare uno tsunami di onde elettromagnetiche nei luoghi di vita quotidiana.

martedì 21 luglio 2015

VIDEO SU PRESENTAZIONE DELLA BASSA FREQUENZA ESEGUITO DAL DOTT.FRANCESCO DE CAVI


Università di Roma - conferenza del Dott. De Cavi ricercatore
Emissioni a bassa frequenza (50Hz) generate da elettrodotti, cabine, impianti elettrici, elettrodomestici. 
Consigli sulle distanze di sicurezza.

lunedì 20 luglio 2015

VIDEO SULL'ELETTRODOTTO DI TOPPO FONTANELLE PERUGIA


Un elettrodotto scorre proprio sopra i tetti di alcune abitazioni di via Saturnia nella zona perugina di Prepo Toppo Fontanelle.
I cittadini che vi risiedono hanno indetto un incontro pubblico per denunciare la situazione.
Negli ultimi anni si sarebbero infatti moltiplicati casi di tumori e decessi che i residenti collegano alla forte presenza delle onde elettromagnetiche.

domenica 19 luglio 2015

SERVIZIO SHOCK - Elettrodotto Villanova Gissi

Alla scoperta dell'elettrodotto Villanova-Gissi e delle circostanze relative alla sua realizzazione. La grande disinformazione che ha caratterizzato la procedura sul comune di Filetto, in provincia di Chieti, uno dei comuni più colpiti che vedrà 16 piloni e 6 km di cavi su soli 13 km2 di superficie. Le grandi opere in Italia continuano ad essere imposte e mai concertate con i cittadini che purtroppo ne vengono a conoscenza solo ad opera in costruzione.


venerdì 17 luglio 2015

LA “TECNOLOGIA” DIVENTA UN INFERNO PER GLI "ELETTROSENSIBILI"

La vita di chi soffre a causa dei campi elettromagnetici


Roma, (askanews) - Sembrano tornati indietro di 20, 30 anni. Niente cellulari, smartphone, e-mail e se qualcuno li va a trovare è bene che si preoccupi di spegnere tutti i dispositivi elettronici e meglio ancora che li lasci lontano. La vita al giorno d'oggi non è semplice per Emilie e per il suo vicino Jean-Jacques che hanno dovuto abbandonare la città per rifugiarsi in un'area ancora libera da campi elettromagnetici, vicino a Lione.
Entrambi infatti sono ultrasensibili alle onde elettromagnetiche, sono "elettrosensibili", quando vanno in giro devono coprirsi, indossare dei cappucci per ripararsi dalle radiazioni.
"Avverto un improvviso cambiamento, mi viene la nausea, mi sento debole, neanche me ne rendo conto, non riesco più a concentrarmi" racconta Emilie.
Per sopravvivere hanno dovuto fare una scelta radicale: vivono isolati, ma anche stando a casa non è facile. Emilie dice di sentirsi malata, vive con la paura, stacca l'elettricità prima di fare la doccia. Ha 48 anni, era un architetto prima di iniziare a soffrire di questo disturbo che le ha portato ad avere sempre mal di testa, perdite di memoria e altro. A causa dei campi elettromagnetici dice, sono condannata a vivere come un eremita. E si sente esclusa dalla società:
"Non ho potuto partecipare alla marcia dopo gli attacchi a Charlie Hebdo".
Solo qui tra il legno naturale, nella sua free-zone si sente bene, senza antenne e onde di alcun tipo. In Svezia è già riconosciuta come una forma di disabilità, l'Organizzazione Mondiale della Salute la sta studiando come una "condizione", ma c'è ancora molto da fare e studiare.

Questa ricercatrice europea avverte:
"E' una malattia in crescita, si sta verificando sempre di più anche tra i bambini. Bisognerebbe predisporre ovunque delle zone libere da onde, inserirle nei progetti di urbanistica"


FONTE : ASKANEWS.IT

mercoledì 15 luglio 2015

TAMOXIFEN FARMACO ANTITUMORALE INIBITO DAI CAMPI MAGNETICI A 50 HERTZ ( ELETTRODOTTI )

Qui sotto riportiamo le ricerca eseguita in Germania, dall’Università di Heidelberg, che costituisce, negli anni, con ricerche svolte in tre continenti, la settima conferma che il campo magnetico a 50 Hertz, (come quello prodotto da cabine elettriche e da linee di trasmissione dell’energia elettrica) , è capace di inibire l’azione del Tamoxifen, un farmaco utilizzato per la prevenzione e la cura del cancro al seno.
I ricercatori dell'Università di Heidelberg hanno dimostrato che il campo magnetico a 50 Hertz ( anche d’intensità bassa come 1.2 µT ) è capace di inibire l'azione antitumorale del Tamoxifen.

Lo studio tedesco conferma, dimostrando addirittura che l'effetto sul Tamoxifen a 100 µT  è inferiore a quello causato da un campo magnetico 10 volte più basso (10 µT ).

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 INDUCTION OF TAMOXIFEN RESISTANCE IN BREAST CANCER CELLS BY ELF ELECTROMAGNETIC FIELDS.

·                     1Department of Obstetrics and Gynecology, University of Göttingen, Germany. rainer.girgert@med.uni-goettingen.de

ABSTRACT
The incidence of breast cancer in western societies has been rising ever since the Second World War. Besides the exposure to a multitude of new chemical compounds, electromagnetic field exposure has been linked to breast cancer through a radiation-mediated anti-melatonin pathway. We investigated, whether low-frequency electromagnetic field exposure interferes with the anti-estrogenic activity of tamoxifen. Two different clones of the breast cancer cell line MCF-7 were exposed to highly homogeneous 50Hz electromagnetic fields and IC(50) values were calculated from dose-response curves of tamoxifen at various field intensities. An intensity-dependent shift of tamoxifen dose-response curves to higher concentrations with a maximal response at 1.2muT was observed. Hypothetically, electromagnetic field exposure could contribute to tamoxifen resistance observed in breast cancer after long-term treatment.






venerdì 10 luglio 2015

COMUNICATO STAMPA DEL "COORDINAMENTO NAZIONALE NO ELETTRODOTTI INUTILI" DEL 08/07//2015

COMUNICATO STAMPA DEL 8/07/2015:
Il Coordinamento Nazionale “No Elettrodotti Inutili”, che comprende le Associazioni ed i Comitati che a livello locale contestano e si oppongono alla realizzazione degli Elettrodotti Aerei da parte della Società Terna, esprime profondo sdegno per quanto accaduto oggi a Sant’Onofrio di Lanciano, in occasione delle immissioni in possesso operate dalla Società.
Il Coordinamento manifesta piena solidarietà nei confronti dei proprietari dei terreni e dei Comitati che li sostengono, per l’aggressione che si accompagna alle arroganti procedure di un progetto non condiviso (le cui molte criticità non sono state oggetto di un'analisi concertata con gli Enti locali) e non voluto che determina lo sconvolgimento delle abitudini di interi paesi dell’Abruzzo nei confronti del proprio territorio. Sacrifici di una vita alla ricerca di un sostentamento economico vengono calpestati per dare spazio a megalomani progetti Il cui scopo di utilità pubblica (l'efficienza energetica) non pare veda equamente contemperati il profitto della società con il minimo sacrificio possibile degli interessi dei privati proprietari e con il rispetto, del pari costituzionalmente sancito, della salvaguardia del paesaggio.
Auspichiamo che Terna receda dalle modalità con cui opera e dall'autoritario rigidismo con cui si rapporta con le comunità delle quali non può ignorare il danno di un'opera in questo caso come mai imposta dall'alto, fin dall'inizio contaminata dalla natura puramente privata dell'impresa proponente


FONTE : Il Coordinamento Nazionale “NoElettrodotti Inutili”

giovedì 9 luglio 2015

ELETTRODOTTO, LANCIANO: VIDEO DEGLI SCONTRI - SPINTONI, FERITI E MALORI PER FERMARE OCCUPAZIONE TERRE



Elettrodotto Villanova- Gissi: a Lanciano (Ch), in località Sant'Onofrio, il tentativo dei tecnici Terna di occupare i terreni degli agricoltori si trasforma in una disperata prova di forza, in una sorta di rissa con spintoni, feriti e malori, seppur lievi. 


FONTE : ABRUZZOLIVETV

mercoledì 8 luglio 2015

ELETTRODOTTO VILLANOVA-GISSI, SCONTRI A LANCIANO TRA TECNICI TERNA E MANIFESTANTI

I primi tentano di entrare in un campo dove passerà l'opera, i manifestanti si oppongono in blocco: così cominciano gli spintoni e parte qualche colpo proibito
È finita con alcuni feriti, per fortuna lievi, la protesta di oggi pomeriggio contro la realizzazione dell'elettrodotto Terna nella zona di Sant'Onofrio di Lanciano. Alcuni tecnici dell'impresa hanno tentato di entrare in un campo per la cosiddetta immisione in possesso dei terreni necessaria al passaggio dei fili dell'alta tensione dell'impianto di energia elettrica. Un cordone di maifestanti ha contrastato l'iniziativa. Ci sono stati spintoni e alcuni tra manifestanti e tecnici sono venuti alle mani e sono anche caduti
Alcuni agenti del commissariato di Lanciano sono stati testimoni degli scontri. Questo di oggi è il primo episodio violento in queste zone contro l'elettrodotto Villanova-Gissi dopo le proteste pacifiche delle scorse settimane.
I tecnici Terna contro manifestanti a Lanciano - Ecco cosa è accaduto a Lanciano nella zona di Sant'Onofrio dove passerà l'elettrodotto Villanova-Gissi guarda QUI le foto

martedì 7 luglio 2015

NO AI CONTATORI WI-FI

Lecce, 18 febbraio 2015 - Richiesto alle autorità competenti del Comune di Lecce il blocco immediato dell’istallazione dei nuovi contatori del gas a telelettura (smart meter), potenzialmente pericolosi per la salute pubblica.
È stato depositato presso il Comune, la Prefettura e la Provincia di Lecce un documento firmato da 14 cittadini tra cui medici, farmacisti, biologi ed autorevoli esponenti della società civile in cui si richiede una moratoria urgente della messa in opera dei nuovi contatori del gas a telelettura (smart meter). Si tratta di dispositivi a radiofrequenza (RF) che funzionano solo in modalità wireless emettendo impulsi 24 ore su 24.
Gli smart meter consentono la lettura dei consumi a distanza e soprattutto permettono di gestire i flussi di gas sulla base della domanda istantanea ma in un rapporto dell’Istituto per la Competitività, Area Energia, dell’ottobre 2011, si legge che per i distributori la loro installazione è vantaggiosa solo nel caso in cui i costi siano trasferiti in bolletta.
Per i cittadini, poi, i costi più gravi sono legati ai potenziali danni alla salute derivanti dai nuovi contatori. Poiché l’installazione è capillare (case, uffici, scuole etc), l’esposizione alle RF è massiccia e continuata. I firmatari chiedono al Sindaco di Lecce e alle Autorità competenti che, per quanto riguarda i nuovi contatori, sia applicato il Principio di Precauzione come invocato dal Consiglio d’Europa; sia interrotta urgentemente la loro installazione per non mettere a repentaglio la salute dei cittadini; sia convocato un tavolo di confronto in merito.
Numerosi e attendibili studi scientifici condotti da ricercatori di fama internazionale evidenziano gli effetti potenzialmente nocivi per la salute umana delle radiofrequenze emesse dai dispositivi per la telecomunicazione come appunto gli smart meter.
Si tratta di effetti biologici che si verificano per esposizioni notevolmente inferiori ai valori limite di legge. I sintomi più comuni sono: mal di testa, insonnia, difficoltà di concentrazione, stanchezza, perdita di memoria e ritardi nell'apprendimento, depressione, tinnito, nausea e vomito, aumento della pressione arteriosa. Tutti sintomi che, per la loro aspecificità, spesso non vengono riconosciuti come probabilmente derivanti dall’esposizione alle radiofrequenze. Con il perdurare di tale esposizione sono stati osservati danni neurologici permanenti (demenza precoce, Alzheimer), danni al sistema immunitario, al sistema endocrino, al patrimonio genetico, e perfino tumori. Bambini, adolescenti, donne incinte, anziani e soggetti con preesistenti problemi di salute sono maggiormente vulnerabili.
Inoltre, l’esposizione prolungata alle radiofrequenze aumenta il rischio di sviluppare una patologia emergente (Elettrosensibilità), che secondo stime recenti interesserebbe dal 3% al 5% della popolazione europea (percentuale in costante aumento). L’elettrosensibilità si manifesta come un’allergia alle RF ed è invalidante per chi ne soffre. L’allarme lanciato dalla comunità scientifica sull’inadeguatezza degli attuali standard di esposizione alle radiofrequenze, basati solo sugli effetti termici e non su quelli biologici, è stato recepito da diversi organismi internazionali, tra i quali l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa, l’American Academy of Environmental Medicine, l’American Academy of Pediatrics, l’Agenzia Europea dell’Ambiente.
In particolare, il Consiglio d’Europa (Risoluzione 1815 del 27/05/2011) raccomanda agli Stati membri di intervenire urgentemente per diminuire l’esposizione umana all'inquinamento elettromagnetico prestando particolare attenzione a bambini e ragazzi e di applicare il Principio di Precauzione.
In Italia, invece , con la legge 221/2012, i limiti di esposizione della popolazione sono stati di fatto aumentati nonostante il parere contrario espresso sia dal sistema delle Agenzie ambientali sia dal Ministero della Salute. La Magistratura italiana ha adottato negli ultimi anni una posizione innovativa sui rischi per la salute da campi elettromagnetici: la Cassazione, in una sentenza del 2000 sancisce che rientra nei poteri del giudice accertare se vi sia pericolo per lo stato di salute nell’esposizione a un fattore inquinante, anche per valori inferiori ai limiti di legge.
Un gruppo di 54 esperti, guidati da D. Carpenter, ha firmato nel 2012 un documento chiarificatore sui gravi danni alla salute legati all’esposizione agli smart meter, sconsigliandone l’installazione. Tra le decisioni a livello politico adottate in difesa della salute pubblica si evidenzia la scelta di dieci contee della California, e di 39 municipi della British Columbia (Canada) che hanno vietato l’istallazione degli smart meter.
Per i Lloyd’s di Londra i danni correlati all’esposizione alle RF-CEM (Radiofrquenze – Campi elettromagnetici), sono paragonabili, come gravità, a quelli dell’amianto. Tali danni, sottostimati dalle autorità competenti, potrebbero crescere in modo esponenziale e costituire perdite ingenti per le compagnie di assicurazione. Firmano il documento i farmacisti Fabia Del Giudice e Mimmo Di Tolla (presidente dell’Ordine dei farmacisti), lo specialista dermatologo Carmelo Calvi, la specialista chirurgo plastico Simonetta Morelli, i biologi Alessandro Lorusso ed Emanuela Assab, il dottor Mauro Sansò (direttore operativo presidio ospedaliero di riabilitazione di alta specialità, Fondazione San Raffaele), l’avvocato Stefano Gallotta (presidente Associazione Codici), il dottor Beppe D’Ercole (presidente Associazione Vivere Lecce), il dottor Luigi Russo (presidente Centro Servizi Volontariato Salento), il dottor Antonio Carpentieri (coordinatore provinciale Codacons Lecce), il signor Leo Ciccardi (Presidente Comitato Popolare Nuova Rudiae), il dottor Salvatore Longo (presidente nazionale FedImprese), l’avvocato Claudia Longo (presidente Ente Bilaterale Terziario Italiano).

Scarica QUI il documento presentato al comune di Lecce


giovedì 2 luglio 2015

SESTO SAN GIOVANNI PRESENTAZIONE DEI VALORI SULLA QUALITA' DELL'ARIA

LUNEDI 6 LUGLIO VERRANNO PRESENTATI I VALORI DELL'INDAGINE SVOLTA L'ANNO SCORSO DA ARPA SULLA QUALITA' DELL'ARIA NEL QUARTIERE DI CASCINA GATTI A SESTO SAB GIOVANNI


FONTE : COMUNE DI SESTO S.G.

mercoledì 1 luglio 2015

A MILANO INTERRATI I CAVI DELL'ALTA TENSIONE A TRENNO E AL GALLARATESE

Interrati i cavi dell'alta tensione a Trenno e Gallaratese

A Trenno e Gallaratese interrati dopo 40 anni i cavi dell'alta tensione



Interrati i cavi dell'alta tensione a Trenno e Gallaratese
Gallaratese e Trenno non hanno più i cavi dell'alta tensione, che sono stati interrati. Ora verranno smantellate le strutture portanti. Spariscono così, dopo quarant'anni, i tralicci che avevano sempre preoccupato i residenti per il timore dell'elettrosmog. Risale al 2003 l'interessamento dell'Arpa Lombardia con le prime analisi e monitoraggi.





FONTE : MILANOTODAY.it